Intervista de “Il Giornale” al presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici sulle norme del piano Salva Casa – Milano 8 aprile 2024

Il salva-casa del governo aiuterà Sala e i milanesi. Sono 80mila le piccole irregolarità che si potrebbero sanare in città Nel testo anche norme per sbloccare l’urbanistica dopo le inchieste E Sono circa 80mila i casi di irregolarità edilizie solo in città che potrebbero essere interessate dal Piano «salva-casa» del ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini. Si tratta di piccole irregolarità interne, che se sanate potrebbero sbloccare il mercato immobiliare con una ventata di ossigeno per tutta la filiera e per le casse dell’amministrazione. Così sempre nel Piano dovrebbero venire inserite delle norme per risolvere la paralisi urbanistica legata alle inchieste giudiziarie partite su tre casi di presunti abusi edilizi.

di Marta Bravi a pagina 3

LA LEGGE DEL GOVERNO DA APPROVARE A FINE MESE Piano Salva-casa, 80mila interventi Tante, per Assoedilizia, le irregolarità interne che potrebbero essere sanate a Milano.

di Marta Bravi.

Dovrebbe venire approvato entro fine mese il piano «Salva casa» ha annunciato ieri il ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini. Un piano che potrebbe sbloccare il mercato immobiliare della città, facendo incassare oneri al Comune senza far spendere un euro al Governo, anzi, che incassa. A Milano, secondo quanto registrato dall’Agenzia delle Entrate, le unità immobiliari residenziali ammontano a circa 820mila, di cui 700mi1a occupate dalle famiglie residenti. Secondo un dato Assoedilizia la consistenza dello stock immobiliare è di circa 260 milioni di metri cubi di volumi edilizi abitativi e accessori e 200 milioni di metri cubi di patrimonio produttivo, commerciale e di terziario. In sintesi possiamo come ordine di grandezza parlare di circa 70/80 mila situazioni edilizie interessate dalla normativa. «La legge salva casa riguarda milioni di famiglie che per piccole difformità interne alle abitazioni, magari ereditate da nonni, genitori, precedenti proprietari e inquilini, non sono pienamente proprietari dei loro appartamenti, non lo possono vendere, non lo possono rogitare ha ribadito ieri Salvini -. Il ragionamento che abbiamo fatto è che piuttosto che abbattere, si va in comune, si paga ciò che si deve e si torna a poter vendere e acquistare, dal momento che si tratta di questioni interne che non creano problemi urbanistici o ambientali». In sintesi, la bozza della norma prevede la possibilità di sanare le difformità di natura formale, legate alle incertezze normative, le lievi modifiche interne (come lo spostamento la creazione di pareti interne o soppalchi), la cancellazione del requisito della doppia conformità (cioè il mancato rispetto delle norme vigenti all’epoca dell’intervento mentre quelle attuali lo avrebbero consentito) per interventi che ora sarebbero legittimi e la regolarizzazione dei mutamenti di destinazione d’uso degli immobili purché si realizzi all’interno di una delle “categorie omogenee” (cioè residenziale, commerciale, agricola e produttiva). La norma sembra non intervenire sulla difformità che riguardino la volumetria e le dimensioni (attualmente sono considerate irrilevanti solo le differenze tra progetto e costruito quando non superino il 2%) ma per esempio consentirebbe di regolarizzare le insignificanti violazioni alle Superficie lorda di pavimento, che si realizzano con un soppalco. «Si tratta di provvedimenti che vanno incontro a esigenze diffuse, prima tra tutte la necessità del rientro sul mercato di milioni di immobili attualmente bloccati proprio da piccole difformità spiega il presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici la legge impone, infatti, la nullità dell’atto di compravendita in assenza di permesso di costruire o della sanatoria». In caso di irregolarità minori il notaio deve verificare che l’acquirente dichiari di esserne a conoscenza ma anche in questo caso ottenere un mutuo può diventare molto difficile. «Tra i vantaggi si recuperano a ruolo economico (con un indotto relativo a manutenzione, pulizie, riqualificazione edilizia) e fiscale (Iva su trasferimenti ed opere, registro sui trasferimenti, Irpef /Ires, addizionali etc. Sui redditi da vendita, locazione, attività di indotto edilizio) immobili attualmente “alla macchia”. Le risorse vanno quindi liberate per produrre ricchezza». Per Federico Oriana, presidente ed ad dell’Associazione Nazionale tra le Società di Promozione e Sviluppo Immobiliare «si tratta di un meccanismo “win win”: ci guadagna il Comune che incassa degli oneri, ci guadagna il proprietario che può sbloccare il proprio immobile. Non solo, il grosso problema a Milano è che il mercato immobiliare è paralizzato, con il risultato che si paralizza a catena il lavoro dei notai, degli agenti immobiliari, dell’edilizia, ma contemporaneamente non si risponde all’enorme bisogno abitativo di alloggi».